Tuesday, March 27, 2007

NUOVE MODE E VECCHI MODI.....DI DIRE.

DI QUESTI TEMPI VA MOLTO DI MODA ACCUSARE LA GENTE, UN PO' COME POTREBBE ESSERE DI MODA LA NUOVA COLLEZIONE PRIMAVERA/ESTATE DI UN QUALUNQUE STILISTA.
PER ESEMPIO VA DI MODA CHE IL DATORE DI LAVORO ACCUSI UN PROPRIO DIPENDENTE DI COSE CHE IN REALTA' NON HA FATTO, OPPURE LO ACCUSI DI NON AVERGLI DATO DETERMINATE INFORMAZIONI, CHE IN REALTA' GLI AVEVA DATO...

ODDIO HO RICOMINCIATO A NON DIGERIRE PIU' IL PANETTONE!!!

I MODI DI DIRE, INVECE, SONO SEMPRE DI MODA E CALZANO SEMPRE EPISODI DEL NOSTRO QUOTIDIANO; COME AD ESEMPIO:
"NON C'E' PEGGIOR SORDO CHE NON VUOLE SENTIRE"....



...OPPURE QUANDO SI DICE CHE UN UOMO E' DOTATO FISICAMENTE HA LA FAMOSISSIMA "TERZA GAMBA"..
A QUANTO PARE PER DETERMINATE PERSONA QUESTO DETTO CALZA A PENNELLO!!!!



UN'ALTRA COSA CHE VA DI MODA DI QUESTI TEMPI E' PARCHEGGIARE LA MACCHINA IN MODO SELVAGGIO....



....OPPURE CERCARE SEMPRE IL MEZZO DI TRASPORTO ALL'ULTIMA MODA CON CONSEGUENTI PROBLEMI DI PARCHEGGIO...



IO, INVECE, STO CERCANDO DI LANCIARE LA MODA DELLA "GARA A CHI BEVE PIU' BIRRA"...



...CON CONSEGUENTE NUOVO MODO DI DIRE... "LA BOTTE VUOTA E TE UBRIACO"!

Tuesday, March 20, 2007

DIARIO DEL CAPITANO

DATA ASTRALE, 20 MARZO 2007.
GIORNATA ESTREMAMENTE STRANA, PIOVE DA 48 ORE, MA COME DICEVA ERIC DRAVEN.... "NON PUO' PIOVERE PER SEMPRE"....
QUINDI MENTRE MI SENTO "HIGH" E ITUNES RIPRODUCE IL CONCERTO DEI KORN "MTV UNPLUGGED" CERCO DI ESTRAPOLARE DELLE CONSIDERAZIONI POSITIVE...
SU DUE PIEDI DICO CHE MI PIACEREBBE NON ESSERE IN CITTA', VORREI FUGGIRE IN UN POSTO ISOLATO DA TUTTO E TUTTI E IN CUI POTREI RILASSARMI E FARE QUELLO CHE MI E' PIU' CARO....
ED UNA IDEA GIA' CE L'AVREI....



......E DI POTER MANGIARE IN RISTORANTI COME QUESTI.....



.....MA FORSE PRETENDO TROPPO..... O PRETENDO TROPPO POCO.....OPPURE BISOGNA SOLO E SEMPLICEMENTE ACCONTENTARSI?
CHISSA'.

Friday, March 09, 2007

03/01/2007 ODISSEA A SAN VITO.

Come la serie tv “Lost”, ed il film “Alive” anche a me non poteva mancare la disavventura di inizio anno! Tutto era nato come un semplice giro in macchina, io ed il mio compagno di avventura milanese questa volta ci siamo spinti, forse, un po’ oltre le nostre potenzialità!

- “Flavio (questo è il nome che darò al mio amico) senti, arrivo al villaggio e poi mi giro, sai le condizioni stradali non sono delle migliori!”



– “Ma no dai la strada è buona andiamo su e poi scendiamo verso Celle (piccolissimo paese in provincia di Foggia)”.

Piochè sono una persona poco influenzabile ho acconsentito e così ho cominciato a percorrere la salita di quella che da lì a poco ci avrebbe portato a vivere una piccola tragedia.
Il tempo era molto bello il sole faceva risplendere la neve di un bianco candido, il paesaggio era surreale per due animali di città come noi.



Tra una sigaretta, una chiacchierata e molti pettegolezzi, ci siamo trovati a percorrere una discesa innevata, accarezzo il freno ma mi accorgo con stupore, e con un pizzico di panico, che la macchina non rispondeva ai miei comandi! Fortunatamente, con goccie di sudore che scendevano dalla mia fronte, riesco a fermare la macchina.



Flavio si offre di guidare (e aggiungo meno male!), riusciamo così a fare inversione di marcia, ma quando ci siamo accorti che la macchina pattinava come il miglior pattinatore sul ghiaccio russo, il mio panico interno cominciò ad aumentare in maniera esponenziale!
Flavio mi rassicura, raccontandomi episodi abbastanza analoghi, capitatogli sulle strade lombarde, e di come ne saremmo usciti “alla grande”.
A questo punto, di comune accordo, decido di scendere e spingere la macchina al fine di agevolare la risalita.
Esco e mi posiziono dietro la macchina, mi metto in posizione e imprecando mi maledico per essermi messo le scarpe da tennis con la suola liscia!
Adesso il pattinatore russo sembravo io!



Dopo vari tentativi, diversi metri percorsi e molta neve in faccia decidiamo di fermarci e di chiamare il “foggiano”.
Nel pieno del suo riposo, non del tutto meritato, il “foggiano” viene svegliato dalla voce appanicata della moglie di Flavio, che di soprassalto spalanca gli occhi e si alza dal letto tutto sudato.
All’imbrunire, cioè dopo circa un ora dalla nostra sosta forzata, comincia un via-vai di telefonate, condizionate dalla ricezione dei vari cellulari, per l’organizzazione dei “soccorsi”.
Ma poiché in questa mini vacanza pugliese non ci siamo fatti mancare proprio nulla ecco che comincia una mini bufera di neve!
Freddo all’ennesima potenza e con visibilità pari a zero in quel momento mi sono sentito come Luke Skywalker ne “L’impero Colpisce Ancora”, quando ad inizio film vaga per il pianeta ghiacciato Hoth nel pieno di una tempesta di neve!



Dopo qualche risata isterica, per stemperare la tensione, ecco che arriva una chiamata: “Prondo Sig. D’Aniello?” anche se per l’ennesima volta il mio cognome era stato pronunciato male, mai telefonata fu più gradita. Era la forestale che ci stava contattando….
Dopo la 400esima sigaretta e dopo la 300esima pipì di Flavio ecco che spuntano dal buio due luci…. Era il “foggiano” con una piccola Panda 4x4!
Dopo l’ennesimo tentativo di spingere la macchina su per la salita e dopo l'ennesima delusione, facciamo scendere dal posto di guida il “foggiano”.
Il mio livello di panico tocca il massimo storico quando mi accorgo che la macchina, oltrettutto di mio padre, comincia ad andare piano piano giù per la discesa senza nessuno al posto di guida!
Come i migliori centro metristi io e Flavio scattiamo e saltiamo in macchina e la blocchiamo prima che potesse accadere l’irreparabile!
Successivamente spuntano altri 2 anzi 4 fari e questa volta era il trattore inviato dalla forestale; sul mio volto e sul volto di Flavio era dipinto il ritratto della felicità!
Il “foggiano”, in compagnia della mia ragazza e della moglie di Flavio si avviano ad una lenta, ma inesorabile discesa verso il paese, noi invece felicissimi della presenza dei soccorritori, ci siamo messi in macchina al caldo e ci siamo fatti trainare sulla “terra ferma”.
L’odissea era quasi giunto al termine, tranne quando i forestali ci comunicano che mancava ancora una fase per concludere l’iter; compilare il verbale del soccorso, poca cosa in confronto a tutto quello che avevamo passato.
In conclusione, dopo l’abbraccio forte, con molto significato, da parte della moglie del “foggiano”, riporto la frase di uso comune detta dalla guardia forestale: “ tutto bene quel che finisce bene”.

E se lo dice lui....

Monday, March 05, 2007

PUNTI DI VISTA..

ERO CONVINTO CHE IL MIO FOSSE UN LAVORO DI M***A!!!



DEVO RICREDERMI, O DIPENDE SOLO DAI PUNTI DI VISTA?

Thursday, March 01, 2007

LA SCHIAVITU'.......ANTICA E MODERNA....

Come promesso nel post del 26 OTTOBRE 2006 intitolato
"I DOLCI DEL BEL PAESE" oggi vi voglio parlare della schiavitù, delle sue origini e delle varianti di questo fenomeno che ha caratterizzato gran parte della storia dell'uomo:

La servitù della gleba, molto presente dal medioevo, era una figura giuridica che legava i contadini ai proprietari terrieri. I servi della gleba coltivavano i fondi che appartenevano ai proprietari terrieri, pagando un fitto. Inoltre dovevano pagare le decime (il dieci per cento di quello che si riceveva bisognava darlo alla Chiesa, qualora il proprietario facesse parte del clero o fosse un ente ecclesiastico) ed erano obbligati a determinate corvés (un tipo di tassa annuale). I servi della gleba erano tali per nascita, e non potevano (lecitamente) sottrarsi a tale condizione.
I servizi cui era obbligati, però, a differenza della schiavitù, non avevano un carattere generico, ma erano precisamente definiti. Inoltre i servi della gleba, diversamente dagli schiavi, non venivano considerati "cose" ma persone, avevano il diritto alla proprietà privata, sebbene limitata ai beni mobili, potevano sposarsi, avere figli ai quali lasciare un'eredità. Il feudatario non aveva diritto sulla vita del servo della gleba che però poteva essere venduto insieme alla terra.

Lo schiavismo è quel sistema sociale ed economico fondato in buona parte sulla schiavitù. La schiavitù era, storicamente, la condizione per cui un individuo perdeva tutti i diritti di persona libera e diventava proprietà di un altro individuo (schiavo).
Il proprietario di uno schiavo aveva diritto di vita e di morte su di esso e sulla sua famiglia, e aveva diritto a sfruttarne il lavoro senza fornire nessun compenso per esso; spesso il costo per il lavoro degli schiavi era limitato al necessario per la loro sopravvivenza. Uno schiavo poteva nascere in questa condizione, se figlio di schiavi, oppure poteva perdere la libertà in determinate situazioni, le più comuni delle quali erano la cattura in guerra o la schiavitù per debiti, per cui un debitore, se non era in grado di rimborsare il proprio creditore, diventava egli stesso una sua proprietà.
La schiavitù era ampiamente praticata ed accettata nella gran parte delle civiltà antiche, ed era regolata dalle leggi e dalle consuetudini come ogni altra pratica economica. Tra le antiche civiltà, quella romana ha rappresentato il culmine delle società schiavistiche, nelle quali il lavoro degli schiavi rappresentava una componente essenziale dell'economia: uno dei più importanti frutti delle guerre di conquista, per i Romani, era l'acquisizione di nuovi schiavi.
Anche l'antica Grecia basava gran parte della sua economia sugli schiavi, tanto è vero che ad Atene per lunghi periodi ci sono stati più schiavi che uomini liberi. È importante notare che a quei tempi la schiavitù non aveva nessun legame con concezioni razziste, ed infatti la maggior parte degli schiavi era di origine europea.



Il latifondo, invece, è stato in passato un'espressione di potere assoluto sulla povera gente che a volte curava sterminate proprietà in cambio solo di un misero vitto ed alloggio (latifondismo). Piccole, ma potenti caste nobiliarie ed istituzionali hanno vissuto in questa maniera sul sudore e spesso il sangue di tantissimi poveri mezzadri che zappavano dalla mattina alla sera per un tozzo di pane.....

Per quanto riguarda lo schiavo moderno........bè..... sono io......ehimè!